venerdì 29 aprile 2011

Draghi tra Bce e Tremonti

L'Europa porta Draghi dalla sua parte, l'attuale governatore della Banca d'Italia riceve la pubblica stima dei maggiori paesi europei  e si avvicina all'incarico di Presidente della Banca Centrale Europea. Ieri erano manifesti l'appoggio di Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Lussemburgo. Oggi anche Angela Merkel per la Germania pone il proprio assenso alla candidatura.

La carica è importante, per il potere e il prestigio (è nella zecca della Bce che nasce l'Unione Europea). E anche il governo italiano è più che favorevole. Togliersi dalle scatole l'unico possibile presidente di un consiglio tecnico. Come con Prodi, la storia del "vattene in europa" suona funzionale al far si che in Italia non cambi nulla. 

Prima di partire però Draghi ci lascia una tabella di marcia. La detta a tutti e si augura che Tremonti la esegua. 
1) Per giungere al pareggio di bilancio nel 2014 come previsto dal Def del governo serve una riduzione delle spese del 7% in termini reali. (spese della casta e burocrazia, n.d.r)

2) Un'accelerazione nelle politiche di liberalizzazione e per la concorrenza in grado di assicurare nel settore trasporti significativi guadagni di produttività. Le infrastrutture secondo Draghi, "sono uno dei fattori che limitano la crescita e la produttività della nostra economia, accrescendo i costo per le imprese e i lavoratori" oltre a "disincentivare nuovi insediamenti produttivi". (creare e riparare le infrastrutture)

3) In Italia "il sistema degli appalti risulta ancora caratterizzato da un'elevata frammentazione. Alcune caratteristiche delle procedure di selezione dei contraenti privati espongono le amministrazioni a rischi di collusione e corruzione oltre che di frequenti e inefficienti rinegoziazioni dei contratti". (combattere la corruzione,livello strutturale)

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