martedì 12 aprile 2011

Nessun attentato a Belpietro, era una montatura

Scialarsi con certi personaggi è troppo facile. Capelli, lifting e sorriso, persino la mentoplastica da regime. Non gli manca nulla a Belpietro per fare la sua porca figura tra i legionari del Re.








Gli mancava di sacrificarsi come un martire per sua Bassezza. E puntualmente non mancò di annusare la notizia il primo ottobre del 2010, quando riaccompagnato in casa il direttore, il caposcorta si era imbattutto in un uomo con maglietta di tipo militare, che nella ricostruzione fornita dallo stesso agente avrebbe estratto una pistola e tentato di far partire un colpo (senza successo, però, perchè la pistola si sarebbe inceppata). A quel punto il caposcorta avrebbe risposto sparando in aria tre volte, provocando la fuga dell'uomo. Di cui però non si seppe più nulla. Solo si pubblicò un Identikit a metà strada tra Vendola e Provenzano.

La notizia fu cavalcata a sostegno della tesi di un "clima d'odio" che avrebbe scatenato la violenza (in questo caso contro i giornalisti di destra). Lo stesso Belpietro, ospite in tv a "Mattino Cinque", si chiese all'epoca "Perchè da noi non si possono sostenere opinioni senza pagare con paura e minacce? Evidentemente sostenere idee contro la vulgata corrente si paga...Tutto questo mi mette inquietudine non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte"
Agguato a Belpietro, c'è identikit assalitore
Gridava al lupo per distrarre l'attenzione dalle volpi nel pollaio. Accusava i mandanti ideali di quell'attentatore fasullo come gli stessi che avevano mosso "la mano di Tartaglia". Intanto a Libero pubblicavano le puntate del Caso Boffo, spuntavano appartamenti a Monaco e iniziavano le dietrologie da fumetto come la Struttura Delta. Da contrapporsi al Pentagono Rosso. Neanche in Marvel indovinano i nomi in questo modo. Ma questa è la Fiction all'italiana.  

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