giovedì 21 aprile 2011

Pennacchi, il "fasciocomunista" che Strega

C'è un volto nuovo nella politica italiana, non farà il politico, per ora mette il suo nome a favore di una lista civica, "Pennacchi per Latina". Entra in Futuro e Libertà, appoggia la lista del Pd contro il candidato del Pdl e de La Destra. Ma chi è Antonio Pennacchi ? 61 anni, ex-operaio con l'oratoria da sindacalista e scrittore venuto alla ribalta troppo tardi. Nel 2010 pubblica Canale Mussolini, romanzo sulla bonifica dell'Agro pontino, vincendo la 64ª edizione del Premio Strega, il Premio Acqui Storia come "romanzo storico dell'anno" ed arriva finalista al Premio Campiello. Il romanzo conquista gran parte della critica e sale in testa alle classifiche di vendita.

Vegono fuori anche le sue vecchie produzioni, tra cui spicca il romanzo autobiografico Il Fasciocomunista, vita scriteriata di Accio Benassi. Il suo passepartout per la politica. "Se il '900 è finito e le ideologie sono cadute, non capisco perché non si possono fa' ragionamenti nuovi" dice nella conferenza stampa di presentazione della lista alla Camera dei Deputati. Mettendosi a riflettere sul liberal capitalismo: "il fatto che sia l'unica ideologia rimasta non è significa che sia la migliore" perché "sfruttare un bambino di 13 anni in gulag non è diverso da sfruttarne uno in Pakistan".

Il suo compito a destra? Ricostruire un pensiero forte collettivo. Senza giocare nel proprio cortile condominiale. Sfida gli eredi del fascismo che sono con Berlusconi: "il Duce avrebbe mandato il Cavaliere al confino, altro che tre televisioni..." e propone la sua sparizione di valori nel centrodestra: "Noi abbiamo lo Stato al di sopra dell'individuo, la giustizia sociale e la bonifica (cioè la ridistribuzione delle terre dai ricchi ai poveri). Le leggi razziali e la guerra le lascio a Gasparri e vaff..."

Sarà la storia di Latina Littoria, di una delle più importanti ricostruzioni dell'Italia unita. Sarà che il personaggio si presta bene all'ars retorica e che rispetto a Granata e Bocchino fa un figurone, è diventato uno dei intellettuali di spicco della campagna elettorale 2011. Uno da giocarsi come arma segreta. Gli stessi giornali e giornalisti di destra hanno voluto prendergli subito le misure: chi lo definisce l'Aldo Busi di Fli, un "fomenta popolo". Chi solo un finto fascista, perché parla di popolo con le parole di Mao. Si avvicina più ad un insegnante, che cita Dante a memoria e ti parla della sua vita come fosse la storia del mondo, e dovrebbe dare ripetizioni a chi fa politica senza idee.

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