venerdì 29 aprile 2011

Si vota sulla missione in Libia

Il 3 maggio in Parlamento si voterà il finanziamento alla missione in Libia. L'operazione ha cambiato metodi e tutti  i partiti vogliono prendere le misure al si dato da Berlusconi a Sarkozy. Così è stata approvata la mozione del capogruppo del Pd Dario Franceschini sulla ratifica delle Camere.


Un brivido sulla schiena per la maggioranza. Basta ascoltare Radio Lega, Castelli ieri diceva che il "governo barcolla", Bossi dice che “Stop ai raid o può capitare di tutto”Matteo Salvini, europarlamentare e consigliere comunale a Milano, oggi rilancia: “Se prevarranno i no, non c’è più maggioranza”. Sarà che anche Tremonti non è convinto ("Non ci sono soldi") e che Berlusconi non "voleva disturbare", il governo su questa sciagurata operazione di guerra non solo non ha avuto idee chiare, ma rischia di non avere futuro. Sentire la De Girolamo o Lupi parlare di "operazioni mirate ma non di bombardamenti" è solo il sintomo della confusione interna alla destra italiana. Guerrafondaia e violenta nei toni, sedata però dai sondaggi pre-elettorali. Dovrebbero trovare lo spin-doctor che inventò il sintagma "guerra umanitaria" e metterlo a lavorare sul serio.



 Nel Pd nessuno ha proposto una linea alternativa. Lo si doveva fare nei primi giorni, prima di votare l'annessione alla missione ONU. Siamo in mano a gente senza carattere e senza prospettive, se non quelle personali. Intanto i nostri missili hanno iniziato a fare il loro mestiere e gli americani ci ringraziano pubblicamente.

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