lunedì 28 marzo 2011

Radio Padania in Salento. È uno sbarco mediatico.

Oggi, Radio Padania torna a trasmettere su territorio salentino e questa volta fa sul serio. «Buon giorno, amici del Salento, siamo tornati» sfottono i conduttori. Consci che questa volta la colonizzazione dell’etere andrà in porto. Lo avevano promesso l’onorevole Matteo Salvini e l’amministratore delegato Cesare Bosetti: al Salento non ci rinunciamo, cercheremo qualche altra frequenza. 
Per non imbattersi nelle verdi lingue (radio-attive?) occorre non fermarsi sul 105.3 del FM. Una frequenza libera che Radio Padani potrà occupare gratuitamente. Si, perché la Radio più velenosa e burina del mondo usufruisce dello status di Radio Comunitaria Nazionale. In pratica ha le stesse agevolazioni di Radio Maria: può fare come cazzo gli pare ! Anche rivendere le frequenze in suo possesso avute dallo stato a costo zero e acquistare reti commerciali. Realizzano patrimonio senza spesa. Mica scemi.
Ma cosa vogliono queste lingue verdi dal più famoso Salento? La radio creata da Maroni sulle ceneri di Radio Varese e gestita da Cesare Bossetti trasmette già a Palermo e Lampedusa, e oggi punta a sedurre le menti secessioniste salentine.
È stata la polemica più interessante e inattesa del nuovo anno, Radio Padania a Dicembre occupa le frequenze di Radio Nice e trasmette nel sud della Puglia. Paolo Pagliaro, proprietario della radio e creatore del network radio televisivo Mixer Media, ricorre al ministero dello Sviluppo economico. Dopo essersi esibito in una video polemica con Salvini. Al motto di Salento autonomo e “vieni a fare le vacanze qui”, Pagliaro ottiene la restituzione della frequenza e rimanda in mare le camicie verdi.
Per poco, perché lo sbarco mediatico è solo rimandato. Gli eredi di Barbarossa dopo aver conosciuto il signor Pagliaro hanno sentito puzza di secessione. È Lui ad aver rilanciato l’antica idea di una Regione Salento attraverso il suo apparato mediatico. Trasmettendo ogni giorno una puntata della fiction sul futuro di una regione autonoma e libera. E qui sorgono gli obiettivi comuni con la Lega e la sua Radio libera. Il partner ideale per continuare a raccontare il reality di un’Italia federale. Che cambia senza migliorare.     

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