mercoledì 18 maggio 2011

De Benedetti esulta, il Giornale lo cazzia

De Benedetti editore di Repubblica e tessera numero uno del PD si dice "entusiasta del risultato elettorale". Si unisce al coro di quelli che pensano che il vento sia cambiato: «Berlusconi è nato a Milano ed è morto a Milano»

L'eterna sfida tra l'Ingegnere e il Cavaliere torna d'attualità, come ai tempi della Mondadori. Come se le politica italiana fosse la continuazione del loro conflitto con altri mezzi.  E gli avversari non aspettano a replicare, oggi il Giornale scrive a firma di Scarpino: "L’emulo degli sciacalli è frettoloso: le bocce di questa elezione non si sono ancora fermate. Lasciamo pure che De Benedetti sputi il suo veleno e che i suoi giornali cantino una sconfitta che ancora non c’è. Diamine, siamo una democrazia, anche De Benedetti può parlare credendo di interpretare un popolo che non è con lui". 


Il popolo in questa storia non c'entra. Forse lettori e giornalisti avranno il gusto di condividere certe campagne di stampa, da una parte e dall'altra. Evitiamo però di sputtanare la democrazia come la possibilità di lasciar parlare i folli, solo perché hanno seguito. Silvio e Carlo sono principi del foro, le cui parole sono sorrette da consoli fedeli e retribuiti. Chi vota però vuole veder migliorato il proprio quotidiano, vuole trovare un lavoro e un modo per crescere insieme agli altri senza invidie e senza nemici. Vado a votare anche per non dover più decidere se stare con l'uno o con l'altro. 

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